Descrizione
Sinossi
La storia vera di una figlia che si trova ad affrontare la morte del padre nel percorso di affiancamento al suo ultimo cammino. Ma è davvero l’ultimo? Ed è lei ad accompagnarlo o, piuttosto, è lui a guidarla verso qualcosa di nuovo e di non conosciuto prima? Dietro lo stile volutamente semplice e dalla lingua piana, quasi familiare, che caratterizza questa abile mescolanza di memoir e saggio, si coglie l’urgenza di dare un senso all’inevitabile, inquadrandolo all’interno di concetti universali come l’immortalità dello spirito e la forza dell’amore assoluto. L’esperienza, descritta attraverso gli occhi
della figlia, psicologa di professione, si dipana tra eventi e riflessioni, domande e risposte. Aiutata da una fitta rete di relazioni interpersonali – fra cui quella con l’amico teologo Alberto Maggi – e dall’approfondimento degli studi sul fine vita, l’autrice sperimenta
un cammino di crescita interiore grazie alla pratica della consapevolezza del “qui ed ora”. L’autoascolto attento e profondo, ad un certo punto, evolve verso un cambio di prospettiva. L’esperienza dolorosa diviene un percorso iniziatico: “Tenevo la mano di mio padre morente, credevo fossi io ad accompagnarlo, invece era lui che, come quando ero bambina, mi stava guidando verso la conoscenza del nuovo”. Neanche una scena è frutto di fantasia, tutto quanto narrato è realmente accaduto.