Descrizione
Sinossi
Il Judson Dance Theater è stato un collettivo di artisti, riunitisi per un paio di anni (1962-1964) a Greenwich Village, a New York, per sperimentare e dare forma a una nuova danza, da lì a poco riconosciuta come l’inizio della postmodern dance americana. Al suo interno, militarono nomi come Steve Paxton, Trisha Brown, Yvonne Rainer, Lucinda Childs e, tra gli artisti visivi, Robert Rauschenberg, Carolee Schneemann e Robert Morris. Attraverso una rinnovata socialità, l’azione creativa del gruppo diede vita a una controcultura di danza, in cui si manifestarono desideri e aspirazioni di un’America ancora in parte ignara delle proprie contraddizioni e in cammino tra la consacrazione patinata del modello capitalistico degli anni Cinquanta e la ribellione dei movimenti politici e culturali del anni Sessanta. Il laboratorio e l’incontro democratico dei suoi partecipanti, il loro dialogo con un pubblico e una critica partigiani, l’originale processo compositivo e performativo e la costruzione di un corpo danzante spogliato da tecnicismi e codici produssero un’esperienza estetica e umana radicale, contraddistinta da strascichi modernisti e dalle prime istanze postmoderne.
Questa monografia ne propone una visione inedita, integrando temi e approcci metodologici differenti entro una prospettiva storiografica spuria, che mostra il legame tra le pratiche creative e la rappresentatività del Judson Dance Theater nella storia culturale americana.
Autore
Rossella Mazzaglia è storica della danza; insegna e svolge attività di ricerca all’Università di Bologna, dove nel 2004 ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi teatrali e cinematografici in cotutela di tesi con l’Université de Paris 8. Ha pubblicato numerosi saggi sulla danza del Novecento, una monografia sulla coreografa americana Trisha Brown (L’epos, 2007); ha curato un numero monografico di “Culture Teatrali” su Danza/900 (2006) e con Adriana Polveroni i testi del volume Trisha Brown. L’invenzione dello spazio (Gli Ori, 2010).