Descrizione
Sinossi
Nel corso del Quattrocento, la corte, complice la cultura umanistica, elabora una nuova forma del vivere e un gusto raffinato in tutte le arti. Accanto allo studio della retorica e della grammatica latina, l’aristocrazia pratica la musica e la danza. I nobili imparano la civiltà e le buone maniere per divenire uomini di potere e colti mecenati. All’interno dei vari momenti della festa rinascimentale e della vita di palazzo, la danza costituisce uno dei modi di espressione della cultura della corte, grazie alle funzioni di intrattenimento sociale e di forma spettacolare. L’affermarsi della figura di un maestro, nel contempo un teorico e un pratico del ballo, e l’introduzione del trattato di danza fanno sì che il ballare assurga al rango di vera e propria arte, diventando così una componente indispensabile della formazione dei prìncipi e degli aristocratici e un requisito fondamentale del cortigiano. Questo studio si propone di indagare processi di memorizzazione di corpi in azione, analizzare e studiare testi, manufatti e monumenti come traccia di una rete di condizioni, ricostruire le relazioni che qualificano la percezione e la presenza di azioni simboliche in un contesto.
Autore
Alessandro Pontremoli insegna Storia della danza all’Università degli Studi di Torino. Si occupa delle forme e delle estetiche coreiche, in particolare dei secoli dal XV al XVIII e della contemporaneità. Membro della Commissione consultiva per la danza del Ministero dei beni e delle attività culturali, è stato presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sulla danza dal 2004 al 2010. Fra i suoi volumi ricordiamo: Intermedio spettacolare e danza teatrale a Milano fra Cinque e Seicento (1999); Storia della danza dal Medioevo ai giorni nostri (2002); La danza. Storia, teoria, estetica nel Novecento (2004); Danza e Rinascimento (2011, premio Pirandello per la saggistica edizione 2013-2014); La danza nelle corti di antico regime (2012); Elementi di teatro educativo, sociale e di comunità (2015).